Al romanzo Se ti abbraccio
non avere paura di Fulvio Ervas, professore di scienze naturali e scrittore,
Franco Antonello affida la storia del viaggio realmente compiuto in
motocicletta nell’estate del 2010 insieme al figlio Andrea, un ragazzo con
autismo: un percorso attraverso le Americhe, da Miami a Los Angeles e poi Messico,
Panama, Costa Rica, Belize, Guatemala e Brasile; quindi dai ricchi Stati Uniti
a paesi più poveri dell’America Latina. Ed è evidente come sia in questi ultimi
che i due viaggiatori trovano maggiore arricchimento. In Italia Andrea stentava
a relazionarsi con gli altri, veniva isolato,
mentre in America Latina, soprattutto in Brasile, lontano dalle società del
benessere, le persone sembrano accoglierli e coinvolgerli con più naturalezza. Grazie
agli incontri in questa fase del viaggio, Andrea matura una maggiore capacità
di stare in mezzo alla gente. La nostra società è troppo frenetica per riconoscergli
un ruolo e per dare possibilità di espressione a persone come lui. Nella narrazione l’autore coglie anche la
valenza simbolica del viaggio: un percorso di crescita che riguarda entrambi,
padre e figlio, impegnati a sviluppare il loro rapporto, a conoscersi
reciprocamente, condividendo e comunicandosi esperienze a dispetto dell’isolamento
in mondi separati che l’autismo dovrebbe provocare. Alle base del viaggio c’è
anche un bisogno di libertà da vivere insieme.
“L’idea di un grande viaggio ha cominciato a lavorare
dentro, in silenzio. Come un virus… non sentivo il bisogno di un progetto dettagliato.
Per Andrea le ore di ogni singolo giorno sono sempre un imprevisto: sarà così
anche per me, e andrà come deve andare.”
I due si avventurano in un’esperienza fatta di imprevisti,
che è il contrario della routine nella quale vivono le persone con autismo. Un
viaggio impegnativo e per molti aspetti un azzardo, una scelta che
contravviene ai consigli di qualsiasi medico, per le tante difficoltà di
gestione di Andrea intimamente legate alle sue "stereotipie".
“PER COMUNICARE MEGLIO VORREI UN AIUTINO… UN CONSIGLIO DA
PARTE TUA SAREBBE MOLTO GRADITO…
Tu mi credi normale rompi palle e maleducato, io sono
sensibile diverso e molto solo
DAI, UN ALTRO CONSIGLIO SU COME TI DOVREI TRATTARE. VA BENE
COME MI COMPORTO O…?
Papa per me è unico mi piacerebbe che andrea fosse unico per
papa
TI SEMBRA NON SIA COSI?
Ho aspetti anche belli tu li conosci
CREDO DI NON CONOSCERLI TUTTI ANDREA. AIUTAMI, DIMMI QUALI
SONO PER TE I PIU' BELLI…
No papà non è mio compito.”
L’esigenza di Andrea è di essere amato e riconosciuto come
persona, nella sua originalità e unicità, nei suoi spazi e tempi di crescita. Questo
fa capire che nuezQon bisogna
avere fretta, o cercare scorciatoie nella relazione, ma occorre rispettare i
tempi dell’altro per arrivare a comprenderlo. Vale l’ammonimento di Rousseau
per cui “l’educazione è perdere tempo per guadagnarne”.